“Quattro passi sui ponti sulle nuvole ” Articolo tratto da Bresciaoggi

“Quattro passi sui ponti sulle nuvole ” Articolo tratto da Bresciaoggi

PONTEDILEGNO. Inaugurate le due passerelle sospese nel vuoto che riproducono quelle della Grande guerra. I nuovi manufatti a quota tremila rendono ancora più emozionanti le camminate degli escursionisti lungo il «Sentiero dei fiori».

Un taglio col nastro da brivido per i ponti sul vuoto realizzati in Alta Valle.

C’era la giusta dose di paura sempre presente in tutti noi prima di affrontare un’avventura. Ma si respirava anche una buona dose di felicità tra le oltre 200 persone che, incuranti della giornata autunnale, domenica mattina non hanno voluto assolutamente mancare alla benedizione delle due strutture metalliche sospese nel vuoto (una lunga 75 metri, l’altra 55) che per gli escursionisti impegnati lungo il «Sentiero dei fiori» costituiranno una spettacolare alternativa al tunnel scavato nella roccia. I due ponti sulle nuvole a tremila metri di quota sono stati riposizionati negli stessi punti in cui, durante la Grande guerra, gli alpini costruirono due ardite passerelle per aggirare il Gendarme di Casamadre e raggiungere il villaggio militare di passo Lagoscuro. I due manufatti (costati circa 200 mila euro) sono stati caparbiamente voluti dall’Associazione amici capanna Lagoscuro, i quali hanno coinvolto (per l’aspetto finanziario) Comune di Pontedilegno, Provincia di Brescia e Parco dell’Adamello. Circa 180 quintali il peso complessivo dei materiali (funi, bulloni, tiranti e quant’altro serviva) portati in quota la scorsa estate appesi al gancio di un elicottero «B3» della Elimast. Oltre all’abilità del comandante Maffeo Comensoli, il quale ha volato spesso con condizioni meteo simili a quelle di domenica pur di completare il lavoro nei tempi stabiliti, per concretizzare il sogno di Andrea Faustinelli e soci e il progetto dell’ ingegner Gianluigi Riva c’è voluta tutta la professionalità e la determinazione degli operai specializzati coordinati dalla guida alpina Dario Melotti.
«È stata una bella sfida – ha commentato l’esperto – soprattutto perchè far funzionare i compressori d’aria per forare la roccia a queste altitudini non è stato facile». La benedizione è stata impartita dal curato di Pontedilegno don Christian Favalli, e prima di scendere a valle, i presenti hanno intonato il «Signore delle cime» per ricordare i giovani militari che, in questi stessi luoghi, quasi cent’anni fa si fronteggiarono e morirono tra le nevi perenni della conca del Presena.

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